Snap and Snap

Dopo un mese di stress, posso finalmente respirare e scrivere sul mio amato blog.
Prima di affondare le mani nel cuore del post, vorrei attirare la vostra attenzione su queste nuove creazioni Givenchy, e su quanto ha detto Tisci al riguardo...quindi immaginate che mi stia sbracciando per attirare l'attenzione.



Riccardo Tisci? "It's much more clean”, ha detto. Non potevo chiedere di meglio, una chiara conferma alle previsioni estive di Next Trend part I e successivi post al riguardo;)

Fino ad oggi, se mi aveste chiesto quali stilisti preferissi, avrei risposto con i nomi dei più innovativi: Alexander Mcqueen, Martin Margiela e Gareth Pugh.

Ieri pomeriggio, lavorando ad un servizio fotografico e ascoltando le radio americane in onda su Itunes, ho sentito la notizia della morte di Mcqueen. Chiamare Enrico è stata la prima cosa da fare, sapendo che anche lui sarebbe rimasto senza parole, tanto quanto me.


Chi segue questo blog, sa bene quanto io ammiri le sue creazioni. Questo triste evento ha una portata ben più profonda di quanto sembri, poichè porta via con se tutto un modo di fare moda, di concepirla e innovarla.

In un primo momento ho pensato a quanto un singolo possa diventare importante ed insostituibile quando sfrutta sensatamente le sue abilità (e questo suona come un cosiglio, a cui io stesso dovrei prestare attenzione).
Poi, in un secondo momento, ho guardato nel pozzo della memoria classicista, e ho ritrovato il concetto di “potere eternizzante”. E' il potere dell'arte, il più forte, capace di salvare l’artista dalla morte e dalla decadenza.

Quindi, perché non sfruttare questo concetto per scrivere un post?
Il “vestito” è un fenomeno passeggero per la Moda, non dura mai e si rinnova sempre, si basa sul concetto di tempo lineare. Invece il “vestito”, come inteso dalla società tradizionalista, è fisso, segue il tempo ciclico dei miti, l’immobilità del sacro.

Qualsiasi stilista di Moda crea vestiti che necessariamente dovranno decadere nel breve periodo, è la regola numero uno, la più ovvia , quando si guarda al “vestito” come creazione di Moda. L’obiettivo ultimo di quest'ultima è esaurire tutte le combinazioni vestimentarie possibili.

In questo contesto, la moda non riesce ad avere il carattere di eternità, caratteristica propria, per esempio, di una scultura classica. Insomma, non riesce ad essere pienamente Arte.
Nemmeno il “vestito” tradizionalista riesce in questo intento; è eterno per se stesso, un simbolo svuotato del significato, che non ha relazione con il tempo in cui vive, e che di conseguenza non eternizza alcunché.

Mcqueen, come pochi altri stilisti, ha creato un prodotto che nasce transitorio, ma capace di mutare. L'evoluzione del suo “vestito”, avvenuta con la morte dello stilista, da prodotto temporaneo a strumento eternizzante, salva l’artista dalla morte e lo rende eterno. Ecco perché Mcqueen ha creato Arte. Questo è quanto di più bello possa dire di Mcqueen.

Dopo aver ricevuto gli inviti per la fashion week di Londra (grazie a Stefania), la novità più hot del mese è la richiesta da parte di Diane Pernet di fotografare alla prossima fw milanese, per suo conto. Dire di essere lusingato (ed emozionato, ok lo ammetto) è poco :).



Chiudo con una perla di Brummell, che racchiude in questa frasetta un'intera concezione di Moda, che ho fatta mia. Intimo equilibrio di azzardo e grazia.


Stay tuned

Jacopo