5.11.09

A sort of

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Sono in ritardo notevole, non vi pare? Ecco qui un nuovo post tutto per voi ;).

In queste settimane sto scoprendo quelle frasi banali sui sentimenti e sulla vita, alla ricerca di nuove suggestioni, primitive, forse. Quindi parlo di sentimenti, di equilibri, di amore.
Potrebbe sembrare un cliché ed attirare poco l’attenzione sul blog, ma sapete una cosa? Non m’importa. Sento di dover parlare di questo, e lo faccio.


E’ davvero difficile innamorarsi reciprocamente. Per quanto ne so, il gioco è sempre lo stesso: c’è chi corre e chi si fa rincorrere. Non è facile trovare un equilibrio. Parlando con Gabriele, sono rimasto colpito da una frase riferita alle relazioni umane: non bisogna lasciarsi mangiare. Non posso fare a meno di pescare dalla memoria la psicanalisi freudiana.
Citare Freud mi fa sentire un teenager alla ricerca di qualcosa di vagamente colto ed autorevole, ma sta di fatto che mi trovo costretto a farlo. Freud, dicevo, afferma proprio che le persone tentano di mangiarsi a vicenda. In questo tentare di inghiottirsi a vicenda, ci sono le radici dell’interesse.



Ed è effettivamente così, un partner cerca di imporsi sull’altro, di fondersi con l’altra persona facendola propria. Un rapporto è durevole solo quando le identità dei due individui non si fanno reciprocamente sottomettere, ma restano in tensione. Tanto quanto un individuo all’interno di un gruppo rimante interessante fino a quando non si appiattisce, annullandosi.
L’interesse che si prova verso una persona è durevole finché questa mantiene una sua identità e personalità. Farsi inghiottire dal volere del partner e dal suo stesso essere, fa cadere l’interesse, tanto quanto nelle relazioni sociali. Non sto parlando ovviamente di relazione basata su dominante e dominato, perché queste sono due identità comunque distinte e che mantengono vivo l’interesse.


Qualche tempo fa, si sentiva spesso parlare di uomini che uccidevano le proprie ex-partner, dopo disperati tentativi di riconquista. Perché arrivare a questo? Il problema nasce proprio da questo gioco perverso: un partner “risiede” nell’altro, quest’ultimo perde interesse, cercandolo così altrove.
Il partner abbandonato resta disorientato poiché perde la sua identità, e così fa anche l’individuo nel gruppo, soffrendo per l’anestesia d’identità. Dopo diversi inutili tentativi di recuperare il proprio io, l’unica soluzione che la disperazione riesce a dare è l’eliminazione fisica del partner o l’abbandono del gruppo sociale.
Credo si senta l’influenza del plumbeo cielo milanese ;)
Chiudo con una frasetta di Carrie Bradshaw (dato che Gabriele dice che ci sta bene a fine post)

"Probabilmente se non cambiassimo mai strada, non potremmo innamorarci...essere ciò che siamo."

A presto

Jacopo

5 commenti:

Anonimo ha detto...

pessimo

Adelaine ha detto...

I love ur blog, the translation is not so bad, i LOVE ur photos, so fashionable, the music fit perfect...I'll follow ya from Norway ;)
KIx
c.

Marta ha detto...

Anonimo sei un ignorante...

Giulia ha detto...

Che palle sto Anonimo :/

Jacopo Daeli ha detto...

Apprezzo notevolmente :)
Dovremo fare qualcosa insieme ... un giorno!

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